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Scene da visite di appartamenti a Berlino

5.10.16 Gabriele Alberto 0 Comments Category :

L'enorme lasso di tempo tra il mio ultimo post e questo ha una giustificazione: io e Laura abbiamo cambiato casa.

E qui immagino i pensieri: "Ma che scusa è questa? E dove sono andati a vivere 'sti qui, in Australia?!?", "Ultimo post a fine Febbraio e ci hanno messo tutti questi mesi a fare un trasloco?", ecc...
Avete ragione! Nel senso che chi non ha mai cercato casa a Berlino può giustamente pensare che questa comunissima esperienza non possa implicare l'assenza assoluta di tempo per scrivere un post su un blog.
Esatto, chi non ha mai cercato casa a Berlino. Mentre chi ha già tentato l'impresa sa benissimo di cosa parlo.

In molti sensi, credo che io e Laura siamo stati parecchio fortunati. Anche questa volta, insomma.
L'ultima ricerca risaliva a più di tre anni fa, quando dovevamo urgentemente abbandonare l'appartamento che condividevamo con una ragazza tedesca (ne parlo un po' in questo post): allora avevamo un livello di tedesco molto basso (per essere chiari, frequentavamo ancora il corso di livello A1) e due nostri amici ci avevano consigliato il loro agente immobiliare che ovviamente era tedesco, ma loro sarebbero poi stati cruciali nell'aiutarci con la comunicazione. In pratica l'agente ci ha fatto vedere un appartamento che corrispondeva alla metratura che cercavamo e, senza fare troppo i difficili, siamo finiti a vivere in Alt Moabit, quartiere che non ci ha mai soddisfatti. Ma eravamo due stagisti con contratto in scadenza e dovevamo solo ringraziare l'opportunità di avere quella casa. Che poi era anche un bel bilocale! Quindi in quella occasione la prima e unica casa che avevamo visto era quella che abbiamo poi ottenuto.




Ma il problema fondamentale rimaneva il quartiere: niente da fare, neanche standoci tre anni siamo riusciti ad apprezzare Alt Moabit. Ci eravamo detti: in questa casa rimaniamo due o tre anni al massimo e poi ci trasferiamo in un bell'appartamento di cento metri quadri in un quartiere che ci piace.

Infatti, allo scadere dei tre anni avevamo capito dove avremmo voluto cercare casa e soprattutto avevamo anche messo da parte la cifra che ci serviva.
È così che a marzo abbiamo cominciato a chiedere ad amici e colleghi se avevano notizia di qualche appartamento che si stava liberando. E qui iniziavano i primi segnali. Non bisogna sottovalutare quando tutto contento parli delle tue belle intenzioni di trovare una nuova casa a Berlino - soprattutto in una determinata area chiamata Kreuzkölln - e tutti hanno la stessa identica reazione. Sghignazzano e, con tutto il sarcasmo di cui si possa essere capaci, dicono solo due parole: "Buona fortuna!".
Uno pensa: ma sì, magari facciamo un po' di fatica, ma che sarà mai, ci sarà mica tutta Berlino che in quel momento sta cercando casa lì? Esatto, non proprio tutta Berlino. Perché in effetti chi vive già in Kreuzkölln difficilmente si infila per una seconda volta nella propria vita in un'impresa del genere, mentre tutto il resto di Berlino sì, sta esattamente lottando per il tuo stesso obiettivo.
Inconsapevoli di che cosa avremmo visto, cominciamo a rispondere a qualche annuncio su immobilienscout24, sito che credo contenga il maggior ventaglio di proposte.

Il primo annuncio a cui rispondiamo va subito male: l'agente ci risponde per dirci che l'appartamento è già stato assegnato (non sapevamo che questa sarebbe stata però la chiave di svolta!). Almeno l'agente ci aveva risposto, il che è già un atto di cui essere estremamente meravigliati.

Da quel momento io inizio a dedicare tutte le mie sere a sfogliare siti di appartamenti in affitto. Nulla di strano, chiunque stia cercando casa sa che questa è la prassi. È così che una sera trovo un appartamento perfetto per noi: mando subito l'email per chiedere un appuntamento.
Non ne eravamo coscienti all'epoca, ma quello era il via all'incredibile.
Chi ci risponde è l'attuale inquilina: è cortese, spigliata e ci invita alla visita che fortunatamente sarebbe stata di sabato. Per essere competitivi io e Laura studiamo la controparte: l'indirizzo email dell'attuale inquilina è formato dal suo nome e cognome, quindi parte subito la ricerca su Google e scopriamo che la nostra è una fotografa di circa trentacinque anni che lavora per alcuni brand di moda.
Il giorno della visita io e Laura ci vestiamo più accuratamente del solito ("Metto questa maglia?" "No, così sei in total black: sai che c'è chi lo ama e chi lo odia e non dobbiamo rischiare di essere odiati già dall'inizio. Io metto questo vestito" "Sì, hai ragione: niente maglia nera e faccio che mettere una camicia di jeans, che può piacere a tutti") e ci precipitiamo all'appuntamento.
Esattamente come avevamo intuito dall'email dell'invito che iniziava con "Cari interessati,", ci ritroviamo insieme ad altre dieci quindici persone. Ma non c'era da stupirsi neanche di questo. Saliamo tutti insieme e l'attuale inquilina e il suo compagno fanno vedere l'appartamento a tutti noi prima di spiegarci l'incredibile processo di selezione che era stato pianificato. Nel salone la fotografa fa questo discorso:
"Io e il mio partner adoriamo questo appartamento e ci dispiace taaaantissimo lasciarlo. Il fatto è che ho avuto un'offerta di lavoro in un'altra città a cui non posso proprio rinunciare.
Come avete potuto intuire, i proprietari non si stanno occupando direttamente della ricerca dei nuovi inquilini, ma hanno chiesto a me di pubblicare l'annuncio e organizzare le visite. In pratica voi siete i primi e poi nel pomeriggio verrà un altro gruppo di interessati che ho selezionato. Chi di voi volesse candidarsi, prenda una copia di questo modulo, lo compili e mi mandi la sua candidatura via email entro domani. Per favore, non datemi fogli adesso perché tanto io ho bisogno dei documenti solo in formato digitale. Una volta ricevute le candidature, lunedì le trasmetterò ai proprietari. Loro sono due persone molto chic ed estremamente esigenti, ma vi assicuro che sono tanto carini.
Bene, tra le candidature che io avrò trasmesso loro, sceglieranno le cinque migliori. Questi cinque migliori verranno invitati personalmente dai proprietari a bere un tè, occasione per conoscervi e cercare di capire come siete. Ci tengono tanto a sapere chi mettono in casa loro. Non so dirvi di preciso quando vi contatteranno: il fatto è che loro si sono ritirati al mare e verrebbero a Berlino solo per queste selezioni, quindi devono capire come organizzarsi".
Sentito questo, il mio istinto era di girare la testa verso di Laura e guardarla cogli occhi sbarrati: la mia determinazione ad avere quella casa però mi ha bloccato per evitare anche solo la minima sfortuna di essere intercettato dai due inquilini (e selezionatori) mentre avrei compiuto un atto di tale sarcasmo.
Dopodiché la formazione si rompe e tutti poco alla volta ricominciano a gironzolare per l'appartamento: io non perdo l'occasione per studiare i nostri concorrenti. E qui mi demoralizzo: quasi tutti sono coppie di tedeschi, della nostra età, e con l'intrinseca aria di gente che guadagna molto bene. Insomma, io e Laura capiamo che la lotta sarà dura.
Così dura che alla fine non abbiamo neanche mai ricevuto un invito per il tè.

Da quel momento ne avremmo viste delle belle: visite di gruppo di sessanta persone, gente lecchina che ride alla qualsiasi frase pronunciata dall'agente immobiliare. Oppure individui improbabili che quando viene specificato che nella casa non sono ammessi animali, cercano di convincere l'agente immobiliare che però il loro cane è diverso dagli altri e per questo si dovrebbe fare uno strappo alla regola: ne parlano con la dovuta dolcezza, mostrano la foto della loro bestiola che hanno sul salvaschermo del cellulare e sostengono cose come "ma lui è diverso, è un cane cool!!!" (non sto scherzando, visto e sentito coi miei occhi e le mie orecchie).
Ma la scena più disperata è stata quella di una donna sui trentacinque anni che prende da parte l'agente immobiliare e anche con una certa sfacciataggine le dice: "La prego di prendere particolarmente in considerazione la mia candidatura". Fin qui, niente di troppo esagerato. Il problema è quando questa si apre il cappotto, mostra una pancia a forma di anguria e aggiunge: "Capisce, io sono incinta! È da mesi che il mio compagno e io cerchiamo una casa più grande. Io ho la priorità, dovrebbe assolutamente tenerne conto!".

Ma alla fine, nonostante le visite e le candidature vane, abbiamo trovato l'appartamento che volevamo: ok, non è di cento metri quadri (il che è anche un bene sotto molti punti di vista. Primo: il costo dell'affitto. Secondo: più l'appartamento è grande, maggiore è il tempo necessario a pulirlo), ma ha tutto il resto. E credetemi, in una città come Berlino questa è un'enorme fortuna.
Così enorme che Laura aveva manifestato così il suo stato d'animo nelle prime visite alla nostra casa nuova.


Come abbiamo fatto ad avere la casa che cercavamo? Questa risposta merita un post apposito: il prossimo.

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