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Il Giardino nascosto di Knaackstraße

21.6.15 Gabriele Alberto 0 Comments Category :

Da quando vivo a Berlino ho un rapporto molto più intenso con la stagionalità. Per quanto a Torino in inverno gli alberi siano spogli e l'estate rimandi ad aperitivi all'aperto e a domeniche in piscina, a Berlino la contrapposizione tra inverno ed estate si fa ancora più imponente: infatti l'anno viene percepito in due parti, estremamente contraddistinte. Le mezze stagioni sono quasi impercettibili, soprattutto per la loro brevissima durata: sostanzialmente si inseriscono nell'anno a servizio delle due principali stagioni, come due fasi di seconda importanza la cui unica utilità è quella di annunciare la fine di un semestre e preparare in fretta e furia la natura all'arrivo della successiva metà dell'anno.
Generalmente a Berlino si parla di inverno ed estate: raramente vengono citati primavera e autunno. Questo anche perché le due principali stagioni non solo danno alla città due aspetti completamente differenti, ma anche per le opposte vite a cui obbligano i berlinesi. Se nel lungo inverno si fa fatica a camminare in giro per la città per più di un'ora senza sentire il bisogno estremo di rifugiarsi in un qualsiasi posto provvisto di riscaldamento, d'estate si sente il fortissimo impulso di approfittare della luce e delle temperature miti, stando costantemente all'aria aperta, pure a costo di non fare nulla di che.
Ed è così che io e Laura - come tutti quanti in città, del resto - appena in estate c'è una giornata, o una mezza giornata, di sole, ci precipitiamo in un parco, un giardino, o anche solo sulla sottile striscia verde che c'è in riva alla Sprea vicino a casa. Quando vivevo a Torino non andavo mai in nessun parco o giardino a trascorrere ore e ore sull'erba: non ne avvertivo assolutamente il bisogno! Forse c'era anche il problema che le temperature troppo alte non rendevano la cosa possibile: come poter stare per quattro o più ore, magari nella parte centrale della giornata, sotto il sole cocente, senza sentire il bisogno di buttarsi in una qualsiasi tinozza d'acqua?!? Invece a Berlino questo lo si può fare: raramente si arriva a trenta gradi e quando le temperature si fanno alte, comunque non c'è l'afa ossessiva di Torino.

Due domeniche fa, io e Laura abbiamo deciso di fare un picnic per approfittare della giornata di sole: questa volta non abbiamo scelto un parco, per quanto viviamo a due passi dal Tiergarten, ma volevamo godere della leggerezza del giardino che c'è sulla collinetta che si trova all'inizio di Rykestraße in Prenzlauer Berg. Scelta non convenzionale, lo so, ma io sostengo che anche i giardini abbiano il loro perché e che quindi in alcune situazioni possano essere preferiti ai parchi.
Questo giardino si trova nella parte più "bene" di Prenzlauer Berg: infatti è a poche centinaia di metri da Kollwitzplatz, fulcro dell'area "agiata" di questo quartiere. Per non parlare appunto di Rykestraße, via bellissima e così tirata a lustro che, ovviamente, ha attirato una fascia di popolazione, diciamo "esigente". Per fortuna la borghesia di Prenzlauer Berg è comunque rilassata, quindi il giardino dove abbiamo fatto il picnic era popolato solo da persone allegre, spensierate e con l'unico pensiero di godersi la domenica.


La collinetta è circondata da aree giochi attrezzate per i bambini, che però permettono anche agli adulti di essere, diciamo, "partecipi" delle attività infantili: infatti non è raro vedere genitori compiere voli acrobatici sui tappeti elastici, oppure improvvisare tornei di ping-pong.



Salendo per la collinetta si può scorgere la Torre dell'Acqua di Prenzlauer Berg, posta proprio in questo giardino: è stata completata nel 1877 e per questo si tratta della più antica della città.


Arrivati in alto ci si trova in quella che secondo me è la parte più bella. La collina è piatta, quindi l'area verde a disposizione è vasta e comoda per qualsiasi tipo di attività: infatti c'è chi prende il sole sdraiato sul prato, oppure chi fa il barbecue, oppure chi semplicemente legge un libro stando seduto su una delle tante panchine.
La cosa che mi piace di più di stare in questo giardino è proprio il fatto che sia in alto: in un qualche modo rende automatico il distacco dalla quotidianità che, per quanto possa essere bella e soddisfacente, dev'essere però un po' interrotta ogni tanto. Immaginate un prato sopraelevato con pochissimi alberi, ampio e pieno di luce: per arrivarci bisogna attraversare una vegetazione molto fitta e ombrosa e la sensazione inaspettata di apertura che si avverte appena raggiunta la cima è bellissima. Devo dire che mi colpisce ogni volta.
Ci si ritrova in un piccolissimo mondo e, benché si abbia la coscienza di essere nel bel mezzo di Berlino, si ha la percezione di esserne estraniati, di guardarla dal di fuori. E questa strana sensazione si fa molto forte, al punto tale da provare ogni volta l'esigenza di fermarsi a bordo del prato sopraelevato per stare un po' lì ad ammirare la città.



Quando si decide di ritornare "dentro" la città, viene la voglia di ripercorrerne le vie e riviverle con un nuovo entusiasmo. Una volta scesi e tornati sulla strada è bellissimo girarsi indietro e dare uno sguardo complice a quel posto nascosto, che dalla strada è quasi impercettibile.


In un attimo ci si trova di nuovo nelle affascinanti vie alberate di Berlino a contemplarne l'alternanza delle bellissime architetture d'epoca e contemporanee. Edifici che colpiscono anche nel dettaglio, come un portone d'ingresso ultra centenario che, per quanto così comune in questa città, si rende in un qualche modo speciale e meritevole di essere fotografato.



Foto di Laura

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