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Propositi per il 2015? No...: insegnamenti dal 2014!

4.1.15 Gabriele Alberto 0 Comments Category :

Sorprendo voi, ma credetemi, sto sorprendendo anche me stesso, a mia volta. Tre post in meno di dieci giorni non me li sarei mai immaginati. Certo, lo ammetto, sono stati complici i tanti giorni di vacanza: ben cinque negli ultimi otto. Ho tanta voglia di scrivere, più che mai. E sono anche tanto contento di vedere che molto lentamente questo piccolo blog comincia a ricevere delle visite da persone che non conosco. Quando vado a controllare i report del traffico e scopro che qualcuno che stava facendo delle ricerche su Google ha cliccato su un risultato ed è entrato in questa piccola mia realtà, allora ogni volta mi sale un senso di responsabilità: mi rendo conto che ora è il momento che io cerchi in tutti i modi di trovare ancora più tempo per dare corpo a questo piccolo blog.
Definiamolo in qualche modo come mio proposito per il nuovo anno. In realtà avrei anche tanti altri buoni intenti per il 2015, ma ho preferito non condividerli: si tratta di qualcosa di troppo personale. Ma quello che ho appena accennato, ha assolutamente senso di essere scritto qui, nero su bianco: nel nuovo anno devo aggiornare il blog con più frequenza! Pensato, scritto, pubblicato e sigillato.

Parlavo dei buoni intenti per l'anno nuovo, giusto? Io ritengo sia una buona abitudine per raggiungere degli obiettivi: ogni tanto ce li si deve ricordare, capire cosa si è fatto e cosa si stia facendo per concretizzarli e pensare ai prossimi passi per potere fare poi la spunta sulla lista e, gongolando di meritata soddisfazione, dire: "Fatto!".
Ma io da pochi anni faccio anche un'altra grande riflessione, quasi inversa: cosa ho imparato dall'anno appena terminato? Convinto che nella vita il passato, una volta che appunto non è più il presente, serva solo e unicamente a imparare qualcosa, allora parto con una lunga ed estenuante analisi degli ultimi dodici mesi per ricordarmi bene cosa è successo.
Il mio 2014 è stato un anno che purtroppo ricorderò come faticoso: tanti ostacoli, tanti bastoni tra le ruote e impedimenti in una vita che nel 2013 si stava svolgendo piuttosto liscia e in completa armonia. È stato anche un anno di scoperte sulle persone, di luoghi, di tanti ragionamenti e chiarimenti sulla realtà che mi circonda. Il cammino tortuoso del 2014 ora si sta di nuovo semplificando e rasserenando per un nuovo anno da cui mi aspetto tante belle cose. Questo ritorno nel verso giusto credo sia anche dovuto alle cose che ho imparato.

SE SEI NEL GIUSTO LA VINCI.
Sì, quest'anno ho avuto la prova che quando in una disputa si è dalla parte della ragione, si può realmente sperare che le cose vadano poi nel verso giusto. Questo però solo se si ha veramente ragione. Come stabilirlo? Riesaminando ciò che è successo e non avendo paura di guardarsi dentro e cercare i propri errori: per analizzare con obiettività una situazione delicata in cui si è coinvolti in prima persona, bisogna affrontare l'esame di coscienza con coraggio e onestà. A volte è piuttosto utile chiedere il punto di vista di chi conosce molto bene la situazione, così per ragionare in seguito secondo nuovi aspetti. 
Una volta che ci si è accertati di essere nel giusto e avere agito con correttezza, allora bisogna comprendere la personalità di chi fa da giudice. Analizzando con attenzione il senso della moralità di chi dovrà esprimersi sul fatto, si può in un qualche modo predire il verdetto.

MAI PIÙ LAVORARE PER UN'AZIENDA ITALIANA.
Quest'anno al lavoro sono successe tantissime cose, sia a me direttamente che nell'intero sistema aziendale, che ho osservato e analizzato con attenzione. Sono state gestite delle situazioni particolari in un modo che mi ha sorpreso, e che io condivido alla grande, e per questo per la prima volta ho sentito una particolare affinità tra me e l'azienda in cui lavoro. Non mi era mai successo. Ho fatto dei ragionamenti e questi mi hanno portato a capire che forse si tratta di un fattore culturale. Ho lavorato in Italia per più di nove anni, ora lavoro in una realtà tedesca (utile osservazione perché a Berlino nel mio settore ci sono anche tante aziende italiane) e ho capito quanto questo sia importante per me: la mia mentalità mal si sposa con quella che caratterizza e si respira nelle aziende italiane.

ASPETTA IL TEMPO GIUSTO.
In questo 2014 mi ero fatto l'idea di raggiungere certe cose in tempistiche tutte inventate da me. Errore. Ho fatto lo sbaglio di valutare i tempi basandomi su quando io volevo raggiungere certi obiettivi, non secondo il giusto tempo in cui questi si dovrebbero concretizzare. Ho imparato che a volte bisogna avere più scrupolo nel valutare le cose nella loro interezza e non solo dal proprio punto di vista: dopodiché si potrà comprendere meglio i tempi di raggiungimento di un obiettivo.

NON TENTARE DI CAMBIARE L'IDEA CHE GLI ALTRI HANNO DI TE.
Primo punto da considerare: è completamente inutile. Quest'anno ho proprio capito che chi si vuole convincere che tu sia fatto in un modo, probabilmente ne ha bisogno per motivi suoi e non c'è verso di fargli cambiare idea: tale persona ti rappresenta nel modo in cui vuole vederti e ciò durerà fin quando gli serve pensarla così.
Secondo punto da considerare: ma perché mai?! Del resto se qualcuno ha un'idea di te che tu non vedi giusta, perché sperare in un suo ravvedimento? È triste, ma è una delle cose della vita che bisogna accettare, come la pioggia nel weekend o la metropolitana che ti chiude le porte in faccia quando sei in ritardo.

SAPERE PERDONARE.
Quest'anno ho veramente cominciato a farlo e ho capito quanto sia un atto così giusto e a cui bisognerebbe dare più valore. Un attimo, non è che prima non perdonassi! Semplicemente quest'anno ho capito che bisogna essere morbidi con le persone che lo meritano e tenere molto bene presente che anche noi stessi facciamo cose per cui essere rimproverati.
Quindi, dato che anche noi sbagliamo e ci fa piacere quando gli altri ci passano sopra, dobbiamo al prossimo lo stesso trattamento.

AL MONDO ESISTE IL RANCORE.
A mio malgrado il 2014 mi ha sbattuto in faccia una realtà che in qualche modo io avevo sempre considerato marginalmente: nel gestire le relazioni con gli altri bisogna tenere conto che non tutti sono pronti a passare sopra episodi tristi o turbolenti, anche se si tratta di eventi tutt'altro che recenti.

BERLINO È SEMPRE DI PIÙ LA MIA CASA.
Sono stato via da Berlino ben tre volte quest'anno: a luglio quando sono andato in Irlanda, a ottobre quando sono stato a Copenaghen e a dicembre per le vacanze di Natale a Nizza. In tutte queste occasioni mi è mancata tanto Berlino, dopo un po' sentivo il bisogno di tornarci. Il mio attaccamento a Berlino non è solo dovuto al fatto che sia il posto che ho scelto dove vivere, ma è anche un autentico senso di appartenenza a un luogo che si alimenta giorno per giorno, da due anni e mezzo.

CONTINUA A IMPARARE DAL PASSATO.
Mai come quest'anno ho capito che il passato è lo strumento migliore per garantirsi un ottimo presente e un promettente futuro. Mi sono capitate situazioni simili ad alcune di qualche anno fa e ho fatto in modo di mettere in pratica ciò che avevo appreso dai miei errori. È andato tutto alla grande e ora questo è diventato un mio nuovo motto.

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